Un museo a Governolo

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Armando Trazzi a destra con Antonio Paolucci,  direttore dei musei vaticani.

Governolo di Roncoferraro, Mantova. Si respira un’ atmosfera particolare a Governolo, nel nuovo museo diffuso del fiume. Entrambi i comuni di Roncoferraro e di Bagnolo San Vito reclamano con orgoglio l’appartenenza di Governolo alla propria area territoriale, con un certo entusiasmo quasi calcistico. La verità è che hanno ragione tutti e due. Governolo è proprio lì in mezzo ai due fiumi e il museo, in effetti, è a metà tra i due comuni nelle storiche terre dove Mincio e Po hanno caratterizzato la storia e la vita degli abitanti. Il curatore dell’allestimento é il prof. Carlo Togliani, ricercatore del Politecnico di Milano. Il risultato é motivo di estrema soddisfazione per tutti i Governolesi che hanno amato il fiume e che hanno da sempre tramandato, per lo più verbalmente, tradizioni, storia e aneddoti. Ne parliamo oggi con Armando Trazzi, Vice Sindaco – Assessore alla Promozione Socio Economica del Territorio di Roncoferraro.

Vicesindaco, è nato un museo nuovo in un posto molto particolare…

«In effetti il Museo Diffuso del fiume nasce in un luogo non ordinario, visto che abbraccia i manufatti idraulici seicenteschi di Governolo che per secoli sono stati preposti al governo delle acque del Mincio e dei laghi di Mantova. Si tratta di un Museo non convenzionale, che integra un percorso di visita ospitato nell’antica casa dell’ufficiale idraulico, ovvero della figura che doveva vigilare sul fiume per garantire la sicurezza della popolazione, con un percorso all’aria aperta che permette di visitare la sommità dei manufatti idraulici e di capirne il funzionamento. Ma il museo non si limita a ciò, visto che comprende tutto l’ex alveo del fiume, spingendosi oltre la torre dell’antico castello di Governolo».

I Governolesi hanno accolto con entusiasmo il neonato Museo. Ma la notizia si è sparsa velocemente anche in provincia e oltre. Avete avuto già  visitatori e curiosi da altre città. Quali sono stati i primi commenti?

«Il Museo diffuso del fiume è stato visitato nel corso delle prime quattro aperture al pubblico da oltre quattrocento persone, molte delle quali provenienti da fuori provincia. In una stagione, quale quella autunnale, in cui il turismo indipendente tende a rallentare e in cui quello scolastico è pressoché assente, si tratta di un risultato al di là delle aspettative. E’ chiaramente presto per un bilancio, anche solo di previsione, ma sembrano esserci tutti gli elementi affinché un museo così particolare nel panorama provinciale possa inserirsi a pieno titolo nei circuiti di visita del nostro territorio, così profondamente segnato dal rapporto con le acque».

Il museo all’interno è molto moderno e stilisticamente affascinante. Dobbiamo aspettarci qualche novità per il futuro? Cosa avete in progetto per la nuova stagione turistica 2014? E a quali risultati ambite?

«Il percorso di visita del museo si avvale di supporti tradizionali, quali i pannelli e i plastici, ma anche di contributi multimediali che accompagnano i visitatori alla scoperta del nostro territorio e della sua storia. Nell’immediato futuro arricchiremo la proposta museale di attività laboratoriali, destinate in particolar modo alle scuole, che verranno proposte nelle sale didattiche che sono state predisposte allo scopo. Inoltre a partire dalla primavera il polo turistico del Museo diffuso verrà completato con l’apertura dell’Ostello, realizzato nei magazzini idraulici attigui ai manufatti e della annessa caffetteria. Con questi elementi il Museo diffuso potrà ambire a divenire una vero e proprio snodo del turismo mantovano, grazie alla sua ubicazione cruciale rispetto al Parco del Mincio e alle ciclabili europee eurovelo, che proprio qui si incrociano».

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