Trappola della liquidità, tasso di interesse ed investimenti

Abbiamo sempre sentito la giustificazione che in caso di crisi (difficoltà per l’economa) è necessario abbassare i tassi di interesse perché così facendo le famiglie spendono di più (non avrebbero interesse a trattenere liquidità) e le imprese approfittando dell’economicità dei finanziamenti avrebbero investito molto di più.
Così ovviamente non è, la prova provata è l’attuale periodo di stagflazione, inflazione bassa in un contesto di economia stagnate.
Ci ha avuto ed ha la bontà di seguire i miei post conosce la mia personale posizione circa la politica dei tassi prossimi allo zero effettuata ormai da anni da parte della Bce.
I tassi bassi, prossimi allo zero se non addirittura negativi sono pessimi per l’economia perché portano le famiglie e le Pmi nella Trappola della liquidità, non consentono gli investimenti (pubblici e privati) e non permettono un aumento del reddito complessivo del sistema.
Chiariamo.
Nel primo grafico poniamo in correlazione il tasso di interesse (i) ed il reddito.
Supponiamo che nel sistema economico vi sia un tasso di interesse (i) molto basso, prossimo allo zero. Si tratta di una proiezione reale dato che attualmente la BCE pratica per i depositi un tasso di interesse negativo -0,5% e per i prestiti un tasso pari a zero.
Notiamo dal grafico che con un tasso di interesse (i) molto basso la linea LM (in blu) che rappresenta l’offerta di moneta scorre parallela all’asse delle ascisse.
Significa che quando il tasso di interesse praticato nel sistema è vicino allo zero o tocca lo zero, qualsiasi azione di incremento dell’offerta di moneta (LM) non si ottiene uno spostamento della linea IS (arancione) rappresentante gli investimenti (I) e la produzione di beni (S).
Infatti l’incrocio delle due linee LM e IS raggiungono il punto di equilibrio in E0 in corrispondenza di un reddito  pari a Y0.
Se lo Stato registra la necessità di dover aumentare il reddito complessivo per uscire da una crisi economica (pandemia) la sola possibilità mantenendo lo stesso tasso di interesse (i) è quella di aumentare autonomamente gli investimenti (IS).
In questo caso lo spostamento a destra della linea IS (investimenti) incrocia la linea LM della moneta nel nuovo punto di equilibrio E1 con un nuovo livello di reddito Y1 maggiore del precedente (Y1>Yo).
Questo sistema definisce la Trappola della liquidità cioè le famiglie ed imprese in presenza di un tasso di interesse (i) molto basso prossimo allo zero (i= K>=zero) preferiscono detenere la liquidità qualunque sia l’offerta di moneta, non consumare e tanto meno investire.
Esattamente ciò che succede oggigiorno. Le famiglie e le imprese pur con un tasso molto vicino allo zero, non consumano, non procedono con nuovi investimenti e detengono la maggiore quantità di moneta liquida possibile.
Per uscire dall’attuale crisi economica, seguendo il ragionamento della Trappola della liquidità, occorrerebbe alzare gradualmente il tasso di interesse in modo da spostare in alto la linea LM e nel contempo spostare verso destra la linea IS con nuovi investimenti da parte dello Stato e dei privati.
Così facendo si potrebbe avere un reddito molto superiore rispetto all’attuale.
Per far questo, credo sia evidente che è indispensabile non indebitare il sistema.
Lo Stato dovrebbe emettere titoli di debito, farli acquistare in massima parte dalla Banca centrale per avere la liquidità necessaria per accreditare direttamente, senza alcun debito, famiglie e imprese.
Il secondo grafico conferma questa soluzione.
Vediamo infatti che il massimo dei consumi da parte delle famiglie non si registra con un tasso di interesse prossimo allo zero ma intorno al 4%.
Continuare con una politica di tassi vicino allo zero e un’azione di indebitamento delle famiglie, imprese e dello Stato, mi pare evidente, non sia la strada giusta da percorrere se si vuole uscire dalla crisi causata dal coronavirus.

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