L’illusione dell’ Iran moderato: la vittoria di Rouhani.
Rouhani ha vinto contro ogni previsione e noi, di previsioni, non ne faremo più così a cuor leggero. Ammettiamo, infatti, di essere sorpresi dalle undicesime elezioni presidenziali della repubblica degli Ayatollah. E siamo sorpresi soprattutto dal fatto che Khamenei ha garantito evidentemente un vero voto libero e spontaneo. E’ evidente per via dell’elezione al primo turno di un candidato marcatamente riformista. Abbiamo dunque la prova del nove. Se avesse vinto un “rahbariano” non potremmo esprimerci con tanta sicurezza.
Altro dato importante è quello della partecipazione al voto: oltre il 70% degli elettori, e anche qui avremmo scommesso su un’ epocale astensione. Avremmo scommesso e avremmo perso naturalmente.
Quindi per il futuro ci limiteremo al senno di poi, dove siamo più bravi.
Il dato comunque, a posteriori, offre l’opportunità di una chiara analisi sull’esito del voto: Hassan Rohani con 18.613.329 voti, pari al 50,71% delle preferenze espresse dagli elettori.
Mohammad Baqer Qalibaf, grande favorito, segue nella graduatoria a grande distanza con 6.077.292 voti, pari al 16.56% del totale. A sua volta seguito da Saeed Jalili con 4.168.946 (11,36%), Mohsen Rezaie con 3.884.412 (10,58%), Ali Akbar Velayati con 2.268.753 (6,18%), Mohammad Gharazi con 446.015 (1,22%). I candidati Haddad Adel e Aref si erano ritirati, portando a sei il numero finale dei candidati.
Hanno quindi votato 36.704.156 di iraniani, su 50.483.192 di aventi diritto, facendo registrare un’affluenza pari al 72,70%, con un numero molto basso di schede bianche o nulle, pari a 1.245.409 (3,39% dei voti).
Quindi bene o male?
Vista la promessa, ci limitiamo a dire che non è, secondo noi, possibile interpretare la situazione con l’ottica dualistica tipica della visione occidentale. Secondo la nostra visione, figlia del dualismo della guerra fredda, la politica dell’intero Islam si divide nettamente in moderati e integralisti. Corrisponde al desiderio della comunità internazionale, più che alla verità, vedere Rouhani come ostile all’ establishment della Repubblica Islamica tradizionale.
Senza contare che la presunta opera moderatrice di Rouhani dovrà fare in conti con i conservatori che detengono posizioni chiave nelle istituzioni non elettive della Repubblica Islamica. Detto diversamente, non ci sarà un cambio di rotta rispetto alle posizioni di politica estera che sono ritenute fondamentali per l’interesse nazionale dell’ Iran.
L’illusione Iran moderato: la vittoria di Rouhani
L’illusione dell’ Iran moderato: la vittoria di Rouhani
L’illusione dell’ Iran moderato: la vittoria di Rouhani
L’illusione dell’ Iran moderato: la vittoria di Rouhani
L’illusione dell’ Iran moderato: la vittoria di Rouhani