Un fumetto vuoto. Non una parola di commento alle primarie democratiche. Forse abbiamo esagerato, ma la nostra provocazione voleva essere una risposta a chi ha riempito pagine di giornali con previsioni, commenti o analisi prima e dopo il voto di domenica, quando a nostro parere c’era ben poco da dire. L’unico dato degno di interesse è stato quello relativo alla massiccia affluenza, che costituisce ancora una volta una buona risposta al populismo grillino che non riesce ad andare oltre il disco ormai rotto del “tutti a casa”. Il resto era tutto scontato, prevedibile, quasi logico fin dal giorno delle votazioni riservate ai soli iscritti al PD. A nostro avviso, l’unica vera notizia politicamente rilevante degli ultimi giorni resta quella del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legge elettorale, anche se tutt’altro che inaspettata. La Consulta, infatti, ha impiegato 8 anni a dirci quello che tutti già sapevamo, e cioè che il Porcellum con cui si è votato nel 2006, nel 2008 e quest’anno era una legge incostituzionale. Tuttavia non si è trattato né di una abrogazione totale (che crediamo non sia possibile, in quanto non si può lasciare il paese senza legge elettorale), nè di un ritorno al Mattarellum (la Corte può cancellare una norma illegittima, non ripristinarne una già abrogata dal parlamento). Dopo la sentenza, la reazione delle forze politiche è stata quasi unanime nell’invocare una riforma globale e condivisa del sistema elettorale. Tuttavia, attualmente una legge elettorale c’è, solo con alcune modifiche rispetto a quella in essere fino a pochi giorni fa: con la cancellazione del premio di maggioranza, le camere verrebbero oggi elette con sistema proporzionale; inoltre la Consulta ha spazzato via la vera porcata, cioè le liste bloccate. Non si capisce per quale motivo le forze politiche considerino impossibile votare con questo sistema e vogliano reintrodurre il maggioritario, seppur in una forma diversa. Ma la puzza di bruciato si sente, quindi vogliamo ricordare a tutti (Presidente della Repubblica compreso) che in ogni referendum dei tempi recenti in cui gli italiani siano stati chiamati ad esprimersi sul rafforzamento del maggioritario o sulla cancellazione definitiva del proporzionale, l’esito è stata una vittoria del fronte proporzionalista. Questo è il dato di cui tener conto, che ha chiaramente sconfessato il referendum del 1993. Tuttavia la riforma verrà scritta per fare gli interessi di chi la voterà in parlamento, quindi prepariamoci (ancora una volta) al peggio.