La crisi economica: ecco come è iniziata

Da quasi sei anni gli italiani convivono con la crisi economica, che ogni anno si aggrava e pesa sempre di più sulle loro spalle. E’ necessario, prima di tutto, capire quali sono state le cause di questa crisi mondiale, che da tempo ha assunto carattere prettamente nazionale.

La crisi economica globale ebbe la sua nascita nella metà del 2007, con il crac di due colossi della finanza globale: Lehman Brothers e Bears Stearns. Esse, a causa degli investimenti fatti nei mutui subprime (prestiti altamente rischiosi sia per i creditori sia per i debitori, vista la pericolosa combinazione di alti tassi di interesse, cattiva storia creditizia del debitore e situazioni finanziarie poco chiare o difficilmente documentabili), videro crollare le loro azioni in borsa fino alla conseguente bancarotta. Difatti, il crollo di Lehman Brothers, banca d’affari attiva da oltre un secolo, è stato la bancarotta più grande di tutti i tempi.

Parallelamente molte società d’investimento (quali assicurazioni e società di brokeraggio), nonché banche internazionali, erano direttamente connesse ai “titoli spazzatura” delle due società e anch’esse subirono ingenti perdite finanziare. In sintesi, a causa di questi fattori, l’intero sistema economico-finanziario basato sull’eccessiva speculazione crollò come un castello di carte a spese del benessere della popolazione mondiale.

A livello macroeconomico, i principali soggetti colpiti dalla crisi furono gli Stati Uniti ed i paesi dell’Eurozona, principalmente quelli mediterranei (Grecia, Spagna, Portogallo e Italia).

Ma perché la crisi ha danneggiato più l’Italia di tutti gli altri paesi del mondo?

Tutto nasce da tre grandi problemi: il debito dello Stato, il rallentamento della crescita economica e la credibilità del governo. Infatti, da oltre un decennio, nel Bel Paese regna la stagnazione economico-politica e ciò, unito gli avvenimenti interconnessi alla primordiale crisi avvenuta in America, ha provocato il collasso della nostra struttura pubblica portandoci ad una perdita di benessere pro-capite nettamente maggiore rispetto agli altri stati.

Negli ultimi anni la crisi italiana non stenta a fermarsi, mentre si sta attenuando in Paesi come Germania e Stati Uniti che con adeguate riforme hanno affrontato il problema.

Dunque,  ”la luce in fondo al tunnel”, è un modo di dire perché poiché questa “luce” è ancora molto lontana, offuscata principalmente dalla mancanza di stabilità e di credibilità che da oltre un ventennio caratterizza il nostro Paese.

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