Fallisce la banca? Che m’importa, tanto non ho titoli di quella banca.
Questo parrebbe il mantra oggigiorno più in voga. Il cittadino medio non è interessato al fallimento delle banche purchè, sia ben chiaro, non sia direttamente coinvolto il suo portafoglio titoli (nel senso che non si possiedono titoli della banca in via di fallimento o fallita). Ma è questo l’atteggiamento corretto o vi sono delle osservazioni da fare?
Quando una banca fallisce, una qualsiasi banca, è di tutta evidenza che la gestione della stessa non ha funzionato, vuoi perchè i crediti deteriorati sono multipli del capitale sociale o per speculazioni poi rivelatesi un disastro. In ogni caso, vi sono organi preposti al controllo del buon funzionamento ed alla buona gestione delle banche: la Banca d’Italia e la Consob. Quest’ultima dovrebbe vigilare e controllare che le operazioni di Borsa relative a quella banca siano trasparenti e rispettose di un mercato possibilmente non inquinato da appetiti poco chiari. Oltre a questo, in termini generali, quando una banca fallisce è l’intera economia nazionale che ne soffre e le sofferenze dovute al fallimento andranno a pesare anche se in modo indiretto sulle tasche dei contribuenti. Ciò significa che il Governo, tramite i suoi organi burocratici, dovrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo) interessarsi dell’andamento dell’economia reale e finanziaria dello Stato.
Affrontare il fallimento di una banca, una qualsiasi banca, facendo spallucce e pensare ” tanto non ho titoli di quella banca” è un modo semplice e semplicistico di evitare un problema che invece coinvolge tutti, nessuno escluso.