Oggi l’Eco ha il piacere di intervistare il giovane autore esordiente Francesco Farsoni. Classe 1983, laureato in Scienze della Comunicazione, vive a Villa Poma in provincia di Mantova. Ha da poco dato alle stampe “Tre sfide per l’ispettore Dunsdridge”, una trilogia di racconti gialli edita dalla casa editrice mantovana Il Rio.
Francesco, raccontaci il tuo percorso letterario: quando e come ti sei avvicinato alla lettura?
<<Innanzi tutto desidero ringraziare “L’eco di Mantova” per avermi dato questa grande opportunità di potermi presentare ai lettori. Mi sono avvicinato alla lettura in età molto giovane, poco dopo aver iniziato a scrivere. Ho sviluppato la grande passione per la lettura, inizialmente meno forte in me di quanto non fosse quella per la scrittura, al tempo delle scuole medie quando, come compito per le vacanze estive, ci veniva assegnato quello di leggere almeno tre libri per poi compilarne una breve scheda. Fu in quel periodo che sviluppai una grande passione per la lettura: quello che era un compito per me divenne ben presto un divertimento. Inoltre, quando ancora non ero in grado di leggere, in famiglia mi leggevano fiabe e racconti di ogni tipo>>.
Hai qualche autore di riferimento, in particolare?
<<Mi accosto volentieri a qualunque tipo di autore e di libro, ma i miei autori preferiti sono Jules Verne, J.R.R. Tolkien. Leggo anche Wilbur Smith e Ken Follet. E poi ci sono Agatha Christie e Conan Doyle, grandissimi autori di romanzi gialli>>.
Come è nata la figura del protagonista del tuo libro, l’ispettore Dunsdridge? C’è qualche spunto autobiografico nel personaggio?
<<Il genere poliziesco mi ha sempre affascinato tantissimo sin dall’infanzia: il primo racconto che scrissi fu, appunto, un giallo. Fra tutti i personaggi protagonisti di romanzi e racconti gialli, due hanno da sempre colpito la mia fantasia e la mia immaginazione più degli altri: Hercule Poirot di Agatha Christie e Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle. Creando la figura dell’Ispettore Dunsdridge ho pensato a questi due segugi cercando di creare un personaggio che assomigliasse a loro. Devo dire che assomiglia in misura maggiore a Sherlock Holmes; ho cercato, tuttavia, di evocare anche Poirot nel personaggio. Anche a me sarebbe sempre piaciuto trovare qualche mistero su cui indagare: non potendo farlo ho creato un personaggio per il quale il mistero, l’intrigo e l’arcano fossero “ pane quotidiano”>>.
Sei partito fin dall’inizio col progetto di creare una trilogia o l’ispirazione per i racconti successivi è arrivata in un secondo momento?
<<Devo dire che l’idea di creare una trilogia è arrivata in un secondo momento. Avevo scritto il primo racconto, “ Uccidete quell’uomo” e mi sembrava che il personaggio funzionasse, così ho deciso di continuare e sono nati gli altri due racconti>>.
Nei racconti tratteggi alla perfezione i suggestivi scenari della vecchia Europa, nonché località più esotiche e talvolta anche di fantasia, come la Slozia. Hai dovuto documentarti, fare ricerche specifiche, per rendere al meglio le ambientazioni?
<<In molti casi sì: è stato necessario documentarsi per conoscere al meglio gli scenari nei quali ho fatto muovere i miei personaggi ed ho ambientato l’azione, per assicurarsi di non fare assumere a questi luoghi caratteristiche da essi non realmente possedute di modo tale che fosse anche plausibile lo svolgersi di una data azione in un certo luogo e in un dato modo. Devo dire che sono un grande debitore di Wikipedia sulla quale mi sono spesso documentato nel corso della stesura di ciascun racconto. Un discorso completamente diverso va fatto per i luoghi, come l’immaginario paese della Slozia, che sono puro frutto di fantasia>>.
Il libro è indirizzato ad un pubblico particolare?
<<Penso che sia adatto a tutti ma mi piacerebbe anche, tramite esso, avvicinare alla lettura bambini e ragazzi>>.
Hai già qualche altro manoscritto nel cassetto o un progetto per il futuro ?
<<Ho molti progetti. La scrittura è, per me, una passione irrefrenabile. Scrivo ogni giorno. Per esempio ho da poco ultimato un quarto episodio che vede protagonista l’ispettore Dunsdridge>>.
C’è un consiglio che vorresti dare agli aspiranti scrittori che leggeranno questa intervista?
<<Di continuare a scrivere. Ascoltare sempre il proprio cuore, esercitare sempre la fantasia, l’afflato. Non avere mai paura di mettere su carta le emozioni, i sentimenti che scaturiscono dall’anima, dall’osservazione e la riflessione sulla realtà che ci circonda e di donare tutto questo agli altri attraverso la scrittura>>.