Corea. George Bush Senior fece emergere i primi dettagli del programma nucleare nordcoreano. Bill Clinton pianificò gli attacchi aerei, prima ancora di negoziare. George W. Bush (Junior) abbandonò la strada della diplomazia per poi tornare a riprenderla al termine del suo mandato. Barack Obama… beh, Obama non ha fatto niente, tranne che incitare la Cina a risolvere il problema visto che era e, forse, è impossibile eliminare Pyongyang senza subire inaccettabili costi politici in patria. I piani di guerra preventiva mettono in conto migliaia di morti e si basano, tutti, sulla speranza-presupposto che Pyongyang accetti la distruzione del proprio arsenale militare pur di evitare una guerra che ovviamente perderebbe ma questi piani non garantiscono, naturalmente, la distruzione del 100% degli ICBM e, al di là di agenzie più o meno precise sulla posizione delle postazioni missilistiche e d’artiglieria, tutti concordano che sia impossibile azzerare la capacità offensiva di Seul impedendo una ritorsione strategica da parte dei Silos sopravvissuti.
Le sanzioni sono la risposta politica di una minaccia non politica, di guerra, appunto. In effetti il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato a novembre una serie di misure volte a colpire l’export nordcoreano di carbone ma la Cina ha tenuto un atteggiamento a dir poco ambiguo. In assenza di una forte volontà politica della Cina di colpire la Corea del Nord è difficile pensare che qualsivoglia misura economica possa far desistere Pyongyang dai suoi intenti.
Quindi? Quindi bisogna trovare un altro modo per uscire dall’empasse sul programma nucleare coreano. Noi proponiamo il nostro, controcorrente come sempre. Smobilitare l’area: le truppe americane nel sud sono anacronistiche e Seoul sa badare a se stessa. Venuto meno l ‘impegno militare nel Sud, gli americani non sarebbero più visti come un pericolo dal giovane Kim. Pyongyang perderebbe il comodo spauracchio dell’imperialismo americano e forse fra qualche mese sarebbe disposto a trattare. Pechino potrebbe essere portata a riprendersi la responsabilità del futuro della Corea.
Molte alternative percorribili, forse, non ce ne sono. Un approccio, invece, di totale smobilitazione rimuoverebbe la ragione principale della corsa agli armamenti e lascerebbe il problema del Nord ai vicini che più hanno da perdere.
Ridurrebbe la tensione e il senso di minaccia incombente sulla Corea del Nord, forse non favorirebbe la denuclearizzazione ma ci sono, anche, buone possibilità anche in questo senso.