Abbiamo letto con piacere le repliche al nostro articolo di qualche giorno fa sulla vicenda Esselunga, in particolare quella del capogruppo in consiglio comunale del PDL-FI Carlo Acerbi e quella dell’architetto Giampaolo Benedini, leader dell’omonima lista civica ed ex assessore. Il confronto, se costruttivo e rispettoso, è sempre positivo e l’Eco è nato proprio per questo. Ci permettiamo quindi di rispondere alle osservazioni che sono state fatte, restando convinti dell’inopportunità di un simile progetto e confortati dal 55% di no registrato fino ad ora dal sondaggio della Gazzetta. Ci spiace dover innanzitutto smentire una delle risposte a noi date dal consigliere Acerbi, il quale sostiene che “il project prevedeva la cessione del vecchio palasport, con area scoperta annessa, eretto sul terreno censito al fg. 60 mappale 300 (“vecchio palasport comunale e dell’area su cui insisteva”) di mq. 11.850. I mq 5.500 cui ci si riferisce sono i mq. di superficie lorda di pavimento del fabbricato sopra costruito”. Non è così. Come da noi già evidenziato, il bando di gara pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 157 del 09/07/2003, al punto 4 “Elementi posti a base di gara”, lettera a, prevedeva la “cessione in proprietà al concessionario dell’attuale Palasport comunale e dell’area su cui insiste il medesimo, censita al NCT del Comune di Mantova, fg. n.60, mapp. n.300, pari a 5500 mq”. Non vi era specificato mq di superficie lorda di pavimento, quindi era da intendersi mq totali. L’incongruenza con il rogito che nel novembre 2005 trasferiva al privato il vecchio palasport e l’area su cui insisteva con un valore di euro 2.065.827,60 per un totale di 11.850 mq, (vale a dire più del doppio di quanto indicato nel bando) è stata ammessa dallo stesso Comune di Mantova, con una nota del 02/08/2007 a firma del Direttore Generale, che tuttavia la riconduce ad un mero errore materiale. A questo proposito ci permettiamo di sottolineare come l’errore sia sostanziale e, di conseguenza, come questo possa aver indotto altri concorrenti a non partecipare alla gara. Inoltre non si capisce per quale motivo l’Amministrazione non abbia provveduto quantomeno alla necessaria rettifica, se di errore materiale si è trattato. Ma se anche avesse ragione il consigliere Acerbi, sarebbe bene ricordare ai cittadini mantovani che il privato avrebbe acquisito l’area del PalaTe per soli euro 174 al mq circa, poiché il valore di euro 2.065.827,60 scritto nel bando di gara per i 5.500 mq è rimasto invariato per gli 11.850 mq indicati nel rogito. Un prezzo irrisorio, dato che al momento del trasferimento di proprietà il prezzo di mercato per area non urbanizzata era di euro 455,75 al mq. Giustamente nella sua risposta l’architetto Benedini indica tra i compiti dell’amministratore lo stabilire la regolarità del diritto del privato a costruire. Se aggiungiamo a quanto sopra che la dichiarazione in cui il Comune di Mantova in sede di rogito sosteneva che non vi fossero vincoli di alcun tipo sull’area è risultata non veritiera, essendoci un vincolo fin dal 1955, ci pare che vi fossero tutti gli elementi perché l’attuale amministrazione rimettesse in discussione il diritto del privato, modificando la destinazione d’uso dell’area in sede di approvazione del Piano di Governo del Territorio. Eppure proprio per un emendamento presentato dal consigliere Acerbi, il consiglio comunale che ha approvato il PGT ha raddoppiato l’indice di fabbricazione portandolo dallo 0,3 per mq presente nella prima bozza allo 0,6 per mq richiesto dalla Esselunga, nonostante il parere contrario dei tecnici comunali. L’architetto Benedini ci scrive che “con la risoluzione del nodo viabilistico a carico del privato il vantaggio per la città tutta è incontestabile”. Qualche altro membro della Giunta Sodano sottolinea che il dibattito andrebbe spostato sulle opere che Esselunga realizzerebbe. Peccato che a tutt’oggi non vi sia nessun impegno preciso da parte del privato a realizzare alcunché! Di fatto si è accolta la richiesta di raddoppiare l’indice di edificabilità, senza che vi fosse nessun documento che mettesse nero su bianco le intenzioni di Esselunga in materia di opere pubbliche. E’ credibile, del resto, che la società possa farsi carico di opere per un valore complessivo che sia aggira intorno a 10 milioni di euro? Ed è una coincidenza che nel plico inviato ai cittadini mantovani da Esselunga non vi sia traccia di tali opere, se non in un disegno senza legenda e senza spiegazioni di alcun tipo nella lettera accompagnatoria? Ad oggi le opere vengono citate solo nell’emendamento di Acerbi, ma non sono supportate da nessun atto vincolante sottoscritto da Esselunga. E i latini dicevano “verba volant, scripta manent”. Ci sembra di poter dire che l’intero project financing sul PalaBam – PalaTe sia stato un pasticcio, capitato tra le mani di questa amministrazione che con l’aumento della capacità edificatoria ne sta facendo un altro. Porta Cerese va certamente riqualificata, ma ribadiamo con forza che la destinazione urbanistica della zona dovrebbe restare a strutture sportive o di pubblica utilità, anche in previsione di allontanarvi il traffico (magari con il completamento della tangenziale piuttosto che con opere più costose e meno risolutive). Il Piano di Governo del Territorio rappresentava per la Giunta Sodano la grande opportunità per lasciare il segno, tornando a decidere il futuro della città e impostando una nuova visione di sviluppo: si è preferito percorrere un’altra strada.
Esselunga: risposte poco convincenti e qualche altro interrogativo
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One Response
Il dato tecnico e’ sempre stato inequivocabile il mappale 300 del foglio 60 ha sempre avuto una superficie catastale di 11850 mq. E’ un dato storico, facilmente accertabile ed oggettivamente riscontrabile dalla visura storica catastale dello stesso presso la Agenzia delle Entrate (ex catasto fabbricati). E’ per questo che gli uffici non hanno avuto nessuna difficoltà a dare atto del mero errore materiale e certamente non sostanziale. Quanto alla congruità del prezzo la stima di un tale complesso si determina ordinariamente attraverso il cosiddetto valore di trasformazione ovvero non per il valore al metro quadro della area interessata (superficie fondiaria) ma in funzione della capacità edificatoria e nel caso specifico per il valore al metro quadro di superficie lorda di pavimento realizzabile ( 5500 metri quadri). Su tale presupposto, che si fonda su principi costitutivi dell’estimo, il valore per metro quadro di superficie lorda di pavimento realizzabile e’ pari ad Euro 375,00, valore che è considerato oggi congruo (osservatorio agenzia delle entrate e valutazione imu comune di Mantova) si figuri se non poteva esserlo dieci anni fa. Mi ostino ad intervenire su questi dati perché chi, non come Lei al quale riconosco ogni buona fede in merito, a sua volta continua a muovere queste obiezioni, anche ricoprendo importanti cariche istituzionali, la fa maldestramente non avendo mai trovato in nessuna sede, sia amministrativa che giudiziaria, alcun credito. E’ solo il tentativo goffo di fare dimenticare a chi ha la memoria corta di essere stato correo, badi bene non corresponsabile, per la realizzazione di una fabbricato a ridosso di palazzo Te come la bocciofila la cui qualità architettonica, come ho più volta sostenuto, é molto simile a quella di un capannone per il ricovero di polli in batteria.
Ribadisco quanto scritto e detto in altre circostanze per pura cronaca.
La possibilità di realizzare, al posto del vecchio Palazzetto dello Sport, una media struttura di vendita (volgarmente: un supermercato fino a 2495 metri quadrati di superficie) esiste fin dal 2004 (approvazione del Piano dei servizi). Quindi, prima dell’approvazione del nuovo Piano di Governo del Territorio da parte dell’attuale amministrazione, prima ancora del riconoscimento di città UNESCO… e un po’ dopo la nascita di Italia Nostra.
Oltre ai 2495 metri quadrati destinati a superficie di vendita per prodotti alimentari, si potevano realizzare altri 2500 metri quadrati a destinazione direzionale e 555 metri quadrati a destinazione commerciale non alimentare, per una superficie complessiva di 5.500 metri quadrati di superficie coperta.
Prima dell’attuale Piano di Governo del Territorio, si era concluso l’iter istruttorio da parte della precedente amministrazione (nota 13.11.2009, prot. n. 3484) per la realizzazione di una media struttura di vendita (volgarmente: un supermercato);
La Soprintendenza aveva espresso favorevole all’intervento ritenendo che il nuovo fabbricato fosse “meglio inserito rispetto all’esistente struttura, in relazione all’accesso orientale all’area monumentale di Palazzo Te” (nota del 2 aprile 2009, prot. n. 4324)
Il piano non prevedeva nessuna (si ribadisce: nessuna) soluzione o previsione di riqualificazione viabilistica e urbanistica del comparto di Porta Cerese.
Esercitando le proprie prerogative di consigliere comunale, il sottoscritto, e soltanto il sottoscritto, ha presentato – al pari di altre 134 persone e/o associazioni, compresa Italia Nostra – un’osservazione al PGT che modificava la situazione, assicurando un’edificabilità maggiore di quella proposta ma minore di quella prevista dal precedente Piano dei Servizi, e comunque ponendo a carico dell’attuatore la riqualificazione viabilistica ed urbanistica del comparto di Porta Cerese.
Il Consiglio Comunale ha approvato tale osservazione (al pari di molte altre), pur in presenza del parere contrario degli uffici (al pari di molte altre osservazioni, comprese quelle di Italia Nostra).
Il PGT, così come approvato, ha avuto il parere di regolarità tecnica da parte di tutti gli uffici preposti.