Appellarsi al popolo tedesco per sostenere l’Italia serve veramente? mes
In periodo di crisi giocoforza si chiede “aiuto” siamo stati testimoni di richiesta di “comprensione” al popolo tedesco per ottenere, se possibile, maggiori aiuti per la soluzione della crisi economica derivata dall’aggressione del coronavirus.
Questo perché la rigidità delle norme europee per il MES (ESM) non permettono finanziamenti senza le condizionalità che tutti conosciamo.
Cerchiamo di capire se questo appello al popolo tedesco esteso anche agli altri Stati “rigidi” come l’Austria, l’Olanda e la Finlandia possa avere qualche utilità di carattere politico e possibilmente economico per l’Italia.
Con la Firma del Trattato di Roma nel 1957 si sono gettate le basi di ciò che nel corso dei decenni sarebbe diventata, dopo vari aggiustamenti, l’attuale UE. Unione che è molto attenta agli interessi dei singoli Stati nazionali come abbiamo ben visto in questi giorni. In sostanza ogni Stato parte dell’UE guarda con particolare preoccupazione a salvaguardare i propri interessi nazionali prima ancora dei collettivi.
Semplifichiamo nell’intento di rendere immediatamente acquisibile l’idea di fondo. Immaginiamo di essere un socio di una S.p.A. ed il Consiglio di amministrazione mi pone davanti alla scelta di dover rinunciare al mio interesse privato per migliorare l’interesse collettivo della S.p.A. Ancora più semplicemente, io socio della S.p.A rinunciando ad un guadagno diretto e personale permetterò alla S.p.A di cui sono socio di guadagnare di più.
Ho qualche obbligo giuridico, morale, ideologico, coercitivo che mi imponga di rinunciare al mio interesse diretto privato?
No, non esiste nessun vincolo di questo genere, il mio interesse diretto e personale non contrasta con l’interesse generale della S.p.A. di cui faccio parte.
Se quanto sopra è di comune applicazione pratica quotidiana, nessun socio di una qualsiasi società è “obbligato” a rinunciare al suo interesse diretto privato in favore di un interesse collettivo, allora in seno all’UE risulterà di qualche utilità essersi rivolti direttamente al popolo tedesco?
Il MES (ESM) come sappiamo è stato adottato nel Consiglio europeo nel febbraio del 2012 e ratificato dal parlamento italiano nel luglio dello stesso anno.
Il Governo e il Parlamento che adottarono il MES nell’anno 2012 avrebbero dovuto ben comprendere le condizionalità che erano inserite in quell’accordo, tenendo conto che gli effetti si sarebbero riversati, in caso d’uso, anche sui Governi successivi.
La XVI Legislatura ottenne la fiducia dal parlamento il 16 novembre 2011 e terminò il 21 dicembre 2012, retta dal Governo del Prof. Monti nominato Senatore a vita dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (in foto).
Parrebbe che chiedere la “comprensione” al popolo tedesco non abbia possibilità di sortire alcun effetto migliorativo per le condizionalità previste dal MES e, sarebbe stato molto utile, opportuno e previdente per il Governo e per il Parlamento che allora ratificò comprendere esattamente le conseguenze politiche, sociali ed economiche di quel accordo.
Ricordare alla Germania la cancellazione dei danni della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, all’ Olanda che all’interno dell’UE è un “paradiso fiscale”, ricorrere alla comprensione del popolo tedesco senza aver curato gli interessi italiani in sede di ratifica parlamentare del MES parrebbe non contenere nessuna pratica utilità.
Sappiamo che ogni regola scritta nel Trattati internazionali non è scolpita nella pietra e quindi modificabile per cui occorre ritornare nella legittima sede che istituì il MES e chiedere l’eventuale modifica delle condizioni che ora nell’applicazione pratica tanto impensieriscono l’attuale Governo italiano.
Prevenire è sempre molto meglio che curare.