Sembrerebbe un’ipotesi surreale ed invece la probabilità di vedere una corsa agli sportelli in Italia è molto alta.
Con l’adozione del bail-in, molto probabilmente, non si è tenuto conto di come funziona una banca, una qualsiasi banca. I risparmiatori che si presentano allo sportello per depositare le loro disponibilità liquide, per la banca sono creditori che devono essere remunerati, ovviamente il meno possibile. Supponiamo ( ipotesi teorica utile solo a titolo di esempio) che i depositi e conti correnti vengano remunerati all’uno per cento. Chi si reca in banca per chiedere un mutuo o finanziamento per la banca è un debitore. Supponiamo che per i prestiti si applichi un tasso di interesse (ipotetico) del 4%. La differenza fra i due tassi è del 3% che corrisponde (ipoteticamente) alla remunerazione del capitale e cioè il dividendo degli azionisti (capitalisti). Il sistema è in equilibrio (4%-1% = 3%).
Supponiamo che il sistema venga scosso da una crisi, cioè che i debitori della banca non riescano a rimborsare i mutui o i prestiti. Il sistema dovrà essere riequilibrato secondo nuovi parametri. I piccoli risparmiatori vedendo la crisi della banca chiederanno una remunerazione più alta per i loro depositi altrimenti si rivolgeranno alla banca concorrente che si suppone non abbia problemi finanziari. Supponiamo che la loro remunerazione passi dall’1% al 2%. Se la banca vuole remunerare adeguatamente i soci capitalisti sempre al 3% dovrà aumentare i tassi per i mutui e prestiti al 5% e non più al 4% (5% – 2% =3%).
L’aumento del tasso sui mutui e prestiti ha conseguenze immediate. Vi sarà una diminuzione della richiesta di mutui e prestiti, con riduzione immediata dell’utile della banca e conseguente riduzione dei dividendi. Alcuni soci faranno la scelta più semplice: venderanno le azioni della banca. Oltre al credit crunch si avrà un crollo in borsa dei titoli azionari del settore bancario. Questo avrà di riflesso l’epilogo di una corsa agli sportelli finchè l’intero sistema bancario italiano non sarà garantito da una garanzia statale sui depositi che solo una Banca centrale nazionale indipendente può garantire e che oggi manca totalmente in Italia.
Chi approvando il bail-in ha deciso che in caso di crisi la banca deve essere salvata dei creditori della banca stessa e cioè i piccoli risparmiatori, non ha tenuto conto delle conseguenze devastanti che provocherà un risparmio non garantito. Approvare il bail-in queste condizioni suppone due ipotesi: o non si sapeva che cosa si stava approvando (e questo sarebbe grave) oppure si era coscienti (e questo sarebbe gravissimo).
Alla fine il rischio di una corsa agli sportelli non è un’ipotesi, ma un triste prossima realtà. E a pagare saranno come sempre i piccoli risparmiatori.